Metabolismo aerobico e anaerobico: come entrambi ci permettono di essere performanti

22.10.2016

In questo post valuteremo i parametri metabolici, cioè come si comporta la macchina umana in relazione allo sforzo che applichiamo (durata ed intensità).  I metabolismi che applichiamo si distinguono in: aerobico, anaerobico alattacido ed anaerobico lattacido.


• SISTEMA AEROBICO
E' il metabolismo che sfruttiamo tutti i giorni, impiegato principalmente in gesti atletici di lunga durata, avendo tuttavia limiti in termini di potenza. Il principale carburante utilizzato è quello lipidico e glucidico, precisando che a basse intensità si prediligono di gran lunga i lipidi. All'incrementare progressivo della stessa il mix favorisce poco a poco i glucidi a sfavore dei lipidi. La tipologia delle fibre muscolari che impiegano questo metabolismo sono classificate come slow twitch (contrazione lenta) e sono macroscopicamente di colore rosso, da cui il nome fibre rosse, a causa di un alto contenuto di mioglobina, che favorisce lo scambio e l'immagazzinarsi dell'ossigeno. In particolare, anche le fibre di altre tipologie sfruttano parzialmente questo metabolismo, in quanto posseggono capacità miste come le fibre di tipo 2A, 2X; il sistema aerobico, oltre a particolarità anatomiche, possiede peculiarità importantissime da conoscere per chi si approccia al mondo delle due ruote. In fisiologia dello sport, il sistema aerobico si "misura" in capacità e potenza: la capacità è quella misura che identifica il VO2max, quindi il massimo consumo di ossigeno, e che ci permette di capire l'entità di miglioramento della potenza aerobica. La potenza aerobica si identifica in termini di soglia anaerobica, o semplicemente punto oltre il quale inizia ad accumularsi lattato ematico. E' importantissimo sapere che la potenza aerobica è la quantità di lavoro X da poter esprimere per lunghi periodi di tempo; la stessa soglia può essere incrementata in maniera definita da quanta capacità aerobica abbiamo, quindi da quanto VO2max possediamo. La soglia anaerobica può essere innalzata per un massimo del 95% del VO2 max, quindi se non si possiedono alti consumi di ossigeno anche la soglia sarà compromessa ulteriormente.

• SISTEMA ANAEROBICO LATTACIDO
E il sistema che prediligono velocisti e atleti di alcune specialità su pista, come il km da fermo. E' un sistema in grado di farci esprimere altissime intensità di esercizio, ma con il limite di affaticabilità precoce; quest'ultimo, infatti, ci permette di esprimere altissima potenza in un range massimo di 30 secondi 2-3 minuti. Il carburante utilizzato è rappresentato dai glucidi sotto forma di glicogeno; le fibre che utilizzando questo metabolismo sono le fast twitch (contrazione veloce), di colore bianco e classificate anche come di tipo 2B. In questo caso,  distingueremo capacità e potenza anaerobica. La capacità anaerobica è classificata come la capacità di un muscolo di produrre acido lattico e quindi di tollerare lo stesso; essa è fondamentale, in quanto bassi contenuti di lattato durante un impegno identificano bassi contenuti di fibre di tipo 2B e di enzimi come la lattato deidrogenasi, quindi preclude la performance in termini di potenza assoluta, la qualità "figlia" della capacità anaerobica e la potenza anaerobica. La potenza anaerobica identifica la quantità di lavoro meccanico che si può esprimere in impegni massimali di 30 secondi 1-2 minuti; è importante avere ottime capacità anaerobiche (quindi alto contenuto di fibre di tipo 2B), in quanto si precluderebbe la potenza anaerobica.


• SITEMA ANAEROBICO ALATTACIDO
E' il sistema "ultrafast" che ci permette di erogare altissime potenze in tempi brevissimi, comprese tra gli 0 e i 10 secondi; in particolare ,è un sistema che va a braccetto con il metabolismo anaerobico lattacido. Il suo contributo è da attribuire a capacità neuromuscolari e alla presenza di creatina fosfato muscolare. In particolare, la creatina lega un gruppo fosfato e lo cede all' ATP durante azioni rapidissime, dote spesso sottovalutata ma di notevole importanza.

Abbiamo quindi analizzato i diversi metabolismi, valutando come non può esistere una qualità assoluta; spesso, chi possiede una qualità non possiede l'altra, ma la verità è che sono parametri del tutto genetici e quindi scarsamente modificabili, perciò, è inutile concentrarsi nel sollecitare metabolismi che non l'atleta predilige, perché si rischia di non allenare quella che è la dote di quest'ultimo.


A cura di:

Dott. Antonio Trifilio


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