Il mito della supercompensazione

01.10.2016

SUPERCOMPENSAZIONE: TUTTI LA CONOSCIAMO, MA SI PUO' VERAMENTE QUANTIFICARE?

Qualsiasi atleta di qualunque disciplina conosce il significato di supercompensazione, che tuttavia è veramente difficile da individuare. Ogni strategia che adottiamo, ogni metodica applicativa ci consente (almeno ci si prova) di ricreare quello che è l'adattamento al carico allenante. Quest'ultimo non solo ci consente di tollerare il carico successivo, ma ci permette di incrementare la tollerabilità fisiologica al carico e di aumentare la prestazione.

In questo articolo quindi valuteremo in modo oggettivo il concetto di stress allenante e supercompensazione. Con il passare degli anni, sono stati diversi i metodi che si prefissavano di individuare quella che è la risposta allo stimolo allenante.

I vari metodi utilizzati che si sono susseguiti sono:

- FREQ. CARDIACA: la metodica prevede di misurare i battiti al mattino e di confrontare questi ultimi con la freq. cardiaca a riposo abituale. La freq. cardiaca ci dà un informazione preziosa sullo stato attuale di impegno fisiologico; tuttavia, non è l'unica risposta che ci dà il corpo relativamente all'esercizio fisico, oltre al fatto che tale frequenza è alterata da numerose variabili, tra le quali il drive nervoso, dato da preoccupazioni, pensieri e stress psicologico diverso dall'allenamento.

- PRESSIONE SISTOLICA/DIASTOLICA: presumibilmente, può ricondurre a uno stato stressogeno periferico, che tuttavia non presenta riscontro scientifico, e che non ci dà informazioni sullo stato di carico attuale.

-RAPPORTO TESTOSTERONE/CORTISOLO: Apparentemente tale rapporto ci dà un informazione importante sullo stato di forma dell'atleta: infatti, il testosterone è correlato ad una buona forma fisica, mentre il cortisolo a uno stato di stress. Tuttavia, esistono delle constatazioni in merito. I due ormoni sono soggetti a rilascio circadiano (vengono rilasciati a prescindere durante la giornata), il che rende inutile questa misurazione. Non si possono prelevare campioni da analizzare ogni giorno, è una metodica fastidiosa e costosissima.

-QUESTIONARI: è una metodica low cost che avrebbe due grandi difetti: il primo è la noia che provoca (rispondere a 30 domande ogni giorno non è molto gradito), il secondo è l'inaffidabilità dei risultati a causa della diversa percezione psicologica.
Detto ciò, è molto difficile capire con esattezza in che stato siamo; molto dipende dalla conoscenza di sé stessi in termini obiettivi, molto dipende dalla qualità e dalla quantità dell' allenamento. La strategia migliore attualmente sembra quella del "tapering", ovvero il periodo discarico pre-gara, che garantisce di essere riposati prima della competizione. Tuttavia, è bene fare alcune riflessioni. Il concetto di stress fisiologico e di recupero è garantito da un'alterazione del normale equilibrio, dove per garantire ciò intervengono alcuni ormoni, che vengono rilasciati in particolari sequenze durante il giorno. La logica conseguenza è che il miglioramento e il recupero avvengano giorno dopo giorno; fisiologicamente, la settimana di scarico non ha senso, in quanto gli ormoni anabolici agiscono secondo particolari ritmi giornalieri e secondo il carico e la durata dello stimolo. In realtà, il tapering ci permette di non avere conseguenze negative prima della gara, eliminando i potenziali stimoli stressanti dell' allenamento, favorendo un "forzato" recupero.

A cura di:

Dott. Antonio Trifilio


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