Frequenza cardiaca e allenamento

01.05.2017

Esercizio e frequenza cardiaca

La frequenza cardiaca è tra i parametri più importanti e valutati nel mondo dell'allenamento, essendo strettamente correlata al consumo di ossigeno che, per le prestazioni aerobiche, è fattore limitante della soglia anaerobica. Vediamo dunque quali sono gli effetti dell'allenamento sulla frequenza cardiaca.

Frequenza cardiaca in riposo

La frequenza cardiaca in riposo può subire discrete modifiche a seguito di periodi di allenamento per la resistenza;  è stato studiato che i soggetti sedentari sottoposti ad allenamento di resistenza diminuiscono la loro FC in riposo di 1 battito al minuto per settimana di allenamento, di conseguenza la FC può scendere da 80 battiti/min a 70 battiti/min in un periodo di 10 giorni. Attualmente, non è del tutto chiaro quali siano le cause, ma sembrerebbe che il tutto sia attribuito alla maggiore attività "vagale" (parasimpatica) e una diminuzione dell'attività simpatica del sistema nervoso autonomo. Valutando quest'ultimo aspetto, in ricerche recenti è stato dimostrato che i ciclisti sottoposti ad allenamenti intensivi mostrano un incremento dell'attività vagale (riduzione del battito cardiaco) associato ad un incremento delle prestazioni di endurance. Tuttavia è stato anche dimostrato che i ciclisti sottoposti ad allenamenti intensivi, tali da indurre sindrome da overreaching, con conseguente riduzione della performance, mostrino la stessa riduzione di frequenza cardiaca. Gli studi per valutare la frequenza cardiaca sono stati condotti utilizzando il metodo della misura della variabilità con software specifici: sembrerebbe che la ridotta frequenza cardiaca misurata al mattino possa indicare non solo incrementi della prestazione e della fitness, ma anche essere indice di un calo delle prestazioni e affaticamento. Valutare la FC al mattino in condizioni di riposo non darebbe risultati attendibili al fine di misurare lo stato di forma/affaticamento.

Frequenza cardiaca e carico submassimale

Durante l'allenamento in condizione di sforzo submassimale, quanto più è alto il grado e il livello di allenamento aerobico, tanto più sarà bassa la frequenza cardiaca ad una data intensità. Per chiarire il concetto: un atleta mostra una data frequenza cardiaca quando si sottopone ad un carico esterno, che può essere espresso in Watt o Km/h (in caso del podismo); a seguito di allenamenti prolungati per il metabolismo aerobico, lo stesso atleta mostra riduzioni della frequenza cardiaca pur mantenendo lo stesso carico esterno espresso. La causa di questo adattamento cronico è da attribuirsi alla maggiore efficienza dell'apparato cardiaco, che per sopperire alle richieste di ossigeno dei muscoli e tessuti impiega meno battiti per minuto, a causa di un'aumentata gettata cardiaca (data dalla frequenza cardiaca e dalla gittata sistolica). Quest' ultima, è il parametro che va a migliorare: il ventricolo sinistro del cuore riesce ad immagazzinare un volume ematico maggiore a seguito di un periodo di allenamento per la resistenza. Il tutto si traduce in una maggiore quantità di sangue eiettato ad ogni singolo battito, che comporta una riduzione della frequenza cardiaca; in sostanza, il cuore diventa più efficiente. Una riduzione della frequenza cardiaca a soglia anaerobica, a seguito di periodi di allenamento prolungati ed intensivi, non indica stati di affaticamento o calo delle prestazioni, ma è vero il contrario. Sempre valutando studi sulla variabilità cardiaca si è notato in diverse ricerche come una riduzione dell' accelerazione del battito indichi stati di affaticamento e/o cali della prestazione; per poter effettuare questo tipo di analisi si necessita di cardiofrequenzimetri idonei e di software specifici.

Massima frequenza cardiaca

La frequenza cardiaca massima di un soggetto è un parametro relativamente stabile e poco modificabile con l'allenamento di endurance; tuttavia, alcune ricerche hanno mostrato come alcuni soggetti sedentari a seguito di allenamento per la resistenza possano diminuire sensibilmente la loro frequenza cardiaca massima. Il motivo fisiologico di questo adattamento risiede nel fatto che la pompa cardiaca non riesce ad eiettare grossi volumi ematici con un frequenza cardiaca elevata, semplicemente perché uno degli adattamenti dell'allenamento per la resistenza risiede nell'incremento del volume ematico. Lo stesso volume, nel ventricolo sinistro, comporta l'aumentare dei tempi di diastole, con riduzione fisiologica della frequenza cardiaca. E' logico pensare che la frequenza cardiaca massima non sia indice di prestanza fisica, e una sua lieve riduzione a seguito di allenamenti per la resistenza non indichi cali di forma o affaticamento. 

A cura di: Dr. Antonio Trifilio

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